L’Italia svolge un ruolo importante nella green economy
L’Italia svolge un ruolo importante nella green economy
Nel 2019 l’Italia ha registrato un record di investimenti ne settore della green economy, con un più 21% sul 2018. E l’occupazione verde è cresciuta di oltre 100 mila unità rispetto all’anno precedente, superando i 3 milioni di occupati. Sono solo alcuni dei dati che la Fondazione Symbola ha presentato in una affollata conferenza stampa che si è tenuta a Roma, in piazza Sallustio, presso la sede di Unioncamere.
“Negli ultimi cinque anni più di 430 mila imprese hanno investito nella green economy. L’Italia è prima in Europa per il riciclo dei rifiuti: il 79% del totale. Quando dieci anni addietro fu pubblicato il primo rapporto Greenitaly nel mondo c’erano 25 GW di fotovoltaico installato: oggi i GW sono 660. «Oggi – ha sostenuto il presidente di Symbola, Ermete Realacci – c’è la ricerca di un’economia più sostenibile e a misura d’uomo che mette insieme innovazione e qualità con valori e coesione sociale, ricerca e tecnologia con design e bellezza, industria 4.0 e antichi saperi. Un modello produttivo e sociale che offre al nostro Paese la possibilità di avere un rilevante ruolo internazionale».
I dati parlano chiaro: un’impresa su tre ha imboccato a strada della sostenibilità: 90 mila in più dello scorso anno. Un dato interessante e che a questa accelerazione contribuiscono molto le imprese dei giovani under 35 che, nella metà dei casi hanno puntato sulla green economy.
L’Italia è prima in Europa per eco-efficienza. Il sistema industriale è primo nella riduzione di rifiuti: ne produce 43,2 tonnellate per milione di euro, quello spagnolo 54,7, quello britannico 63,7, il tedesco 67,4 e il francese 77,4. E poi le emissioni climalteranti: con 97,3 tonnellate di CO2 equivalenti ogni milione di euro, fanno meglio dell’Italia solo la Francia (80,9 grazie al nucleare) e Regno Unito (95,1), mentre viene distanziata la Spagna (125,5) e soprattutto la Germania (127,8).
Per il sottosegretario al Ministero dell’ambiente Roberto Morassut “bisognerà agire su tre direzioni: “innanzitutto sulla normativa di settore per indirizzare la politica economica; attraverso la leva fiscale e incentivando gli investimenti pubblici e privati. La manovra di bilancio e il decreto clima sono un primo passo in questa direzione. Il successivo “collegato ambientale” e legge sulla riduzione del consumo di suolo in discussione in Parlamento, i passi conseguenti”.
Segnali incoraggianti vengono anche dai dati relativi all’export: il 51% delle imprese manifatturiere eco-investitrici hanno segnalato un aumento delle esportazioni rispetto al 38% di quelle che non hanno investito in innovazione green. Dal punto di vista territoriale, le aziende della Lombardia sono quelle che investono maggiormente in tecnologie verdi (oltre 77 miliardi di euro), seguite da quelle venete (43 milioni) e laziali (40 milioni e mezzo). Le province di Milano e Roma risultano prime in Italia, rispettivamente con 31 e 30,5 milioni di euro.
Altra eccellenza italiana è quella legata alla gestione dei rifiuti di imballaggio, che con il sistema Conai e i suoi sei Consorzi di filiera (acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro) ha già raggiunto gli obiettivi di riciclo e recupero fissati al 2025 dalle nuove direttive europee (quelle comprese nel cosiddetto Pacchetto dell’Economia Circolare, in corso di recepimento nel nostro ordinamento) ed è molto vicino a quelli che dovranno essere raggiunti nel 2030.